lunedì 21 aprile 2008

Problem Solving e altre meccaniche mentali

Vi siete mai fermati a domandarvi se il vostro essere, il vostro modo di porsi con gli altri, il vostro modo di pensare e di ragionare e di fare le cose sia in qualche maniera inquadrabile?
Non dico con i soliti luoghi comuni che girano di bocca in bocca, del tipo
"Sei un testone!"
"Non capisci niente, sei lento!"
ed anche meno dispregiative, ma proprio una classificazione, non precisa al millimetro, del vostro essere.
Cavolo, può dire qualcuno, ma io ho vissuto mille esperienze, con luoghi, persone e fatti diversi da tutti le altre persone, e queste esperienze hanno contribuito, nel bene e nel male, a creare la persona che sono.
Certo, nessuno nega questo.
Ma se le stesse cose succedessero ad altri, il risultato sarebbe uguale?
C'è una base di partenza diversa?
...
Pare di si. Durante questo corso questo personaggio (nel vero senso della parola, raramente ho visto una tale interazione con degli allievi, veramente bravo) ci ha sciorinato i suoi test e i suoi strumenti, cosa che alla fine ti portava ad avere un codice alfanumerico che ti identificava su una "griglia psicologica"...
Io sinceramente ci credevo poco... Ma cazzo se c'ha preso! Ci sono rimasto molto colpito, e per definire me personalmente ha usato termini ed esempi che mi hanno fatto riflettere molto...

Non si finisce mai di guardarsi dentro... Se poi lo fanno pure gli altri...

Restiamo sempre aperti ragazzi, in modo che molto possa entrare e, soprattutto, uscire...

martedì 15 aprile 2008

E infine uscimmo a riveder le stelle...


Abbiamo evitato l'incrocio di razze qui a lato...
Il tono del titolo non è ironico, tranquilli, e non è dato certo dal risultato che sembra ormai confermato e fissato dagli ultimi scrutinii elettorali...
Si svolta di nuovo. Da sinistra giriam di nuovo a destra, stavolta con una maggioranza che ha i numeri per governare. Come lo farà, solo il tempo ce lo dirà.
Non ho intenzione di dirvi come mi sento: felice, deluso, o quantaltro si possa credere.
Chi mi conosce sa come la penso, sono altre le cose che mi fanno pensare.

Bertinotti diceva che loro erano la vera Sinistra. Quindi in Italia, ascoltando lui, non c'è più una vera sinistra degna di nota. Per lui mi dispiace, perchè come persona lo stimo, soprattutto per la sua coerenza. Sono invece estremamente contento che 2 personaggi come Pecoraro Scanio e Diliberto non si vedranno (almeno ufficialmente) alla camera per un bel po'.
Non per le loro idee, non per i loro partiti, le idee vanno rispettate anche se non condivise, ma per il loro essere dei deficienti come persone.

La Lega ha preso più dell'8% a livello nazionale, con punte di quasi il 30% al Nord. Vuol dire che tanti han cambiato idea negli ultimi due anni, vuol dire che tanti si sono rotti le palle.
E non datemi del razzista, sbagliate. Pensate piuttosto che ho conosciuto due ragazzi albanesi, regolari in Italia da più di 6 anni, che sono per la Lega, perchè ne hanno le palle piene che a causa di 4 malfattori clandestini si generalizzi sempre per razza, nazionalità e altro.
Loro ci convivono ogni giorno con sta cosa, ci soffrono, e ne farebbero volentieri a meno.

Caro Berluska, sei tornato in sella.
Bravo, adesso meno slogan e più fatti.
Basta contratti con gli italiani, basta con quel cazzo di milione di posti di lavoro del 1994.
BASTA...

La mia magari è una illusione, una fiducia malriposta, un credere a qualcosa che non può succedere, ma spero sempre le cose possano migliorare, perchè c'è gente in questo paese che merita di meglio.
Adesso tocca a loro.
Un vecchietto che bazzicava i bar di San Bonifacio, al mio augurio verso di lui
"Che Dio ce la mandi buona..."
rispose
"...e magari senza mudande"

Speriamo, basta che le mutande da abbassare, insieme ai pantaloni, non siano sempre quelle di noi cittadini!
Buonanotte a tutti.

venerdì 11 aprile 2008

Da Atene a Pechino...

Eravam rimasti ad Atene, nella Stoa, a parlare...
Poi rientri a casa la sera, accendi la tv, oppure guardi il giornale preso il mattino e che non hai ancora avuto il tempo di sfogliare, oppure accendi la radio in auto sulla strada del ritorno, e la notizia che mi fa sempre più schifo vedere e sentire è sempre lì...
Io amo lo sport, credo che possa avere veramente un valore educativo, e sin da piccolo ho amato le Olimpiadi, l'evento sportivo per eccellenza.
Ma più di tutto ho amato quelle storie di uomini e donne che vi hanno partecipato, di quelli che sono arrivati sul tetto del mondo dopo momenti difficili, dopo vite travagliate, dopo vicende che ti fan piangere al solo sentirle. Sono quelle cose che ti fanno sognare, e che, forse stupidamente, ti fan dire "Cazzo, era una persona come altre, magari anche più sfortunata, e guarda dove è arrivato...".
Pensate a Jesse Owens, un afroamericano che alle Olimpiadi del 1936 a Berlino, sotto gli occhi del Fuhrer, vinse 4 medaglie d'oro. Ad Ana Fidelia Quirot, che dopo la paura di morire e il dolore di un figlio perso trovò la forza di vincere l'argento ad Atlanta. E pensate a tutti quelli di cui magari non si conosce la storia, per cui solo essere là è il sogno di una vita...
E adesso?
...
...
...
Adesso si va a Pechino, o Beijing, con una fiaccola, simbolo di spirito e valori, che è diventata il bersaglio dell'odio della gente contra le repressione cinese in Tibet.
Si va, seguendo i giochi di potere economici e politici, in una nazione che sta crescendo macinando la carne dei propri figli, senza pensarci troppo.
Si va in un paese che con lo spirito olimpico non c'entra proprio un cazzo.
Si va come nel 1996, dove per festeggiare i 100 anni si preferì seguire il portafoglio (la Coca-Cola ad Atlanta) piuttosto che il cuore e il buon senso (Atene, la culla delle olimpiadi).
Insomma, piano piano, con la torcia a capo della carovana, si va...


Si, Vaffanculo!!!

lunedì 7 aprile 2008

Partenza in sordina... oppure no?


Buongiorno a tutti e benvenuti in questo blog.
Altro da scrivere sinceramente, per ora, non ho, ma uno spazio così dove scaricare tanta roba che spesso mi ronza tra le meningi può sempre essere utile.
Qualcuno mi ha chiesto che cosa è la Stoa o perché ho scelto un nome del genere...
E' stato un week-end ricco di discussioni, di confronti forti, a tratti anche crudi e spigolosi, e che hanno coinvolto molte persone a me vicine. Se tutto ciò avrà dato frutti, il tempo lo dirà. Bisogna solo avere pazienza, ed aspettare.
La cosa che mi ha più dato fastidio è sentire colpevolizzare la libertà di esprimersi, trovare persone che si arrogano il diritto di ritenersi ingiudicabili, che scambiano opinioni per giudizi e correzioni per condanne.

Io non ci sto...

Io non ho voglia di tenere la bocca chiusa, non lo faccio al lavoro quando penso possa essere costruttivo, non lo faccio nei gruppi di volontariato che frequento, non lo facevo all'università coi docenti boriosi e strafottenti.
E allora mi sfogherò qui.
Nelle Polis greche la Stoa era un grande porticato che circondava la piazza dove era solito svolgersi il mercato, e dove tutti i cittadini liberi di Atene si ritrovavano a discutere, ad esporre le loro idee e le loro opinioni, a chiacchierare. In quella di Atene vi si trovava spesso a discutere un certo Mr.Socrate, mica l'ultimo dei pirla.

Da questi miei sbiaditi ricordi di filosofia del liceo mi è giunta l'idea del titolo.

Per essere liberi di parlare ed esporsi, sapendo che le critiche arrivano sempre, che si può arrivare al confronto.
Per abbattere la chiusura mentale della gente.
Per parlare sempre a viso aperto.

Io sono qui, chi vuol unirsi è ben accetto...